Danza

Il "piano B" per i 20 anni di Interplay, festival di danza contemporanea

To Da Bone
To Da Bone

Dal 20 al 30 maggio Interplay si sposta online e diventa un vero e proprio "digital festival" con i migliori talenti italiani e stranieri della danza contemporanea 

Interplay, il festival torinese di danza contemporanea, che proprio quest’anno compie vent’anni, combatte l’emergenza Coronavirus portando sui social e sul sito di Mosaicodanza gli spettacoli originariamente programmati dal 20 al 30 maggio nei teatri. 

Un articolato “piano B”, frutto di un lungo lavoro di programmazione e organizzazione logistica – svolto cercando di rispettare il più possibile il consueto calendario del festival – nel quale sono previsti incontri con oltre 100 artisti provenienti da 14 nazioni, streaming di spettacoli integrali o ripensati appositamente per il festival, approfondimenti con giornalisti ed esperti.

In una fase complessa come questa, un segnale di resilienza come quello che vogliamo offrire rappresenta l’occasione per  guardare avanti con fiducia e mettere al centro dell’attenzione il mondo della danza", sostiene Natalìa Casorati direttrice artistica del festival; “mi auguro che Interplay 20/20 digital  rappresenti uno stimolo positivo per tutti coloro che sentono la mancanza dello spettacolo dal vivo e magari una occasione di scoperta, da casa propria, per chi non si è ancora avvicinato al nostro mondo”.

Una sfida urgente e attuale

Il tema dell'edizione 2020, scelto prima dell’emergenza Covid-19, è la sfida, intesa come competizione per la supremazia, diventata ancora più urgente e attuale, mettendo a nudo le fragilità dei singoli, rispetto alla natura maltrattata e a un sistema che relega molti individui ai margini della società.

La sfida di Interplay 20/20 continua anche in autunno (tra settembre e novembre), in collaborazione con i più prestigiosi festival di danza e performance contemporanea in Piemonte (Mirabilia, Torinodanza). In questa seconda parte del festival la sfida dei coreografi si sposta nelle piazze delle città, nelle gallerie d’arte, nei centri commerciali, per incontrare il pubblico e rinnovare, in questo nuovo contesto, tutto da immaginare, il profondo legame con l’arte.

Sopra di me il diluvio

Il programma

La sfida verso il mondo e i sui sistemi è al centro della rabbia drammatica e spettacolare di Sopra di me il diluvio, di Enzo Cosimi, lavoro ispirato dal rapporto doloroso dell’uomo con la natura nella società contemporanea; o ancora l’ironica provocazione della nuova performance firmata da Silvia Gribaudi, Graces.

Undici danzatori da tutta Europa, selezionati dai coreografi della compagnia (LA)HORDE – alla guida del Ballet National de Marseille dal settembre del 2019 – sono i giovani protagonisti di To da Bone.

Affronta la sfida dei grandi classici la compagnia Tardito/Rendina che porta in scena il cult Gonzago’s Rose (1999), una storia d’amore arricchita con delicata ironia e tragicità, che celebra 20 anni di repliche.

Graces


Per la sezione di danza in urbano, si alterneranno spettacoli di affermate compagnie nazionali e internazionali, a performance con danzatori anche non professionisti, in un progetto di inclusione coreografica. Brevi performance, minipillole di danza site specific, esportabili in contesti urbani insoliti sono la ricetta ideale per i danzatori della NOD-Nuova Officina per la Danza, polo di riferimento in Europa per la diffusione della grande coreografia.

Competizione e sopravvivenza nel solo di Sara Sguotti, che sfida lo sguardo del pubblico creando danza a misura di spettatore e nella sfida di Chiara Bersani (alta 98 cm), che si autoproclama “carne, muscoli e ossa dell’Unicorno” e regala in scena un canto solitario dove lei, nella sua costante sfida alla vita da performerdiversamente abile, si dona al suo fragile e sradicato animale immaginario.